#JeSuisSatoshiNakamoto

Ieri mattina appena sveglio mi sono imbattuto in questo post di Gavin Andresen, uno dei più importanti membri della Bitcoin Foundation. In quelle righe Gavin attribuisce l'identità di Satoshi Nakamoto, il padre dei Bitcoin, a Craig Wright, un imprenditore australiano. Sono stato subito scosso dall'articolo, dove si spiega:

Part of that time was spent on a careful cryptographic verification of messages signed with keys that only Satoshi should possess.

Continuo la mia navigazione imbattendomi nei seguenti titoli di alcune testate italiane:

Gli articoli da clickbait e la completa mancanza di spiegazioni tecniche hanno fatto squillare immediatamente il mio campanello antibufala. Voglio approfondire la questione in questo post.

Prova numero 1: il post ufficiale di Wright

Craig Wright in data 2 maggio ha pubblicato sul suo sito personale questo articolo dove spiega che utilizzando 10 chiavi private associate agli indirizzi utilizzati da Satoshi ha firmato dei messaggi inviati da alcuni giornalisti e mostra gli script utilizzati per la firma sotto forma di screenshots. Prima di tutto, ad un'analisi più attenta si vede che lo script di Wright ha un typo e quindi non è eseguibile. Il motivo per cui ho dubitato maggiormente però è il fatto che nonostante Wright abbia speso molto tempo nel suo blog post ha evitato di darci una prova riproducibile del fatto che la chiave privata di uno dei genesis block sia in suo possesso. Quindi il post di Wright non basta a verificare che egli sia in effetti Nakamoto.

Prova numero 2: Jon Matonis e Gavin Andresen

Il primo post che ho letto e che inizialmente mi aveva convinto della sincerità di Wright è stato il quello di Andersen. A poche ore da quella lettura ho appreso grazie ad un tweet che è stato revocato a Gavin l'accesso ai commit relativi allo sviluppo di Bitcoin in quanto si sospetta che sia stato hackerato. Così il post di Gavin ha perso ogni valore nel tentativo di chiarire la vicenda. Invece ho ancora molti dubbi relativamente al post di Matonis (uno dei fondatori della Bitcoin Foundation) dove afferma che a Marzo Wright si è rivelato a lui firmando in sua presenza un messaggio con le chiavi crittografiche del blocco #1 e del blocco #9. Queste sarebbero le prove decisive per dimostrare l'autenticità delle affermazioni di Wright, ma non ne abbiamo prove pubbliche e riproducibili. Anzi, dal post si deduce che Wright abbia utilizzato il suo laptop personale piuttosto che un computer sicuramente non manomesso in precedenza.

Prova numero 3: Gavin su Reddit

Alcuni redditor in risposta al post di Gavin hanno chiesto a lui stesso maggiori dettagli. Questa è stata la risposta di Gavin:

Craig signed a message that I chose ("Gavin's favorite number is eleven. CSW" if I recall correctly) using the private key from block number 1. That signature was copied on to a clean usb stick I brought with me to London, and then validated on a brand-new laptop with a freshly downloaded copy of electrum. I was not allowed to keep the message or laptop (fear it would leak before Official Announcement). I don't have an explanation for the funky OpenSSL procedure in his blog post.

Dall'articolo di Wired:

Andresen says an administrative assistant working with Wright left to buy a computer from a nearby store, and returned with what Andresen describes as a Windows laptop in a “factory-sealed” box.

Naturalmente queste non sono prove sufficenti poichè non abbiamo la certezza che il portatile sia stato manomesso in anticipo.

Prova numero 4: gli articoli di BBC ed Economist

Wright ha avuto un colloquio privato con la BBC e un giornalista dell'Economist ed ha fornito delle prove che loro ritengono sufficenti a verificare le sue affermazioni. Vorrei poter andare più in profondità con le affermazioni delle due testate, ma esse stesse non forniscono alcuna dimostrazione concreta delle procedure che Wright ha eseguito. Si legge:

At the meeting with the BBC, Mr Wright digitally signed messages using cryptographic keys created during the early days of Bitcoin's development. The keys are inextricably linked to blocks of bitcoins known to have been created or "mined" by Satoshi Nakamoto.

In mancanza di una spiegazione più approfondita e prettamente tecnica non vedo perchè dovrei prendere queste parole per certe.

Prova numero 5: Gran Finale

L'unica prova concreta che tutta la community ha a disposizione è la firma che Wright ha utilizzato per autenticarsi firmando il discorso in cui Sartre spiega perchè rinuncia al premio Nobel. Questa firma: MEUCIQDBKn1Uly8m0UyzETObUSL4wYdBfd4ejvtoQfVcNCIK4AIgZmMsXNQWHvo6KDd2Tu6euEl13VTC3ihl6XUlhcU+fM4= non è altro che la versione esadecimale della transazione che Satoshi ha fatto nel 2009. Quella stringa (in base64) non è affatto una firma, bensì è un messaggio in chiaro: "Wright, it is not the same as if I sign Craig Wright, Satoshi.\n\n".


wikiHow: how to claim you're Satoshi

Charlie Lee, il creatore dei Litecoin su medium ci ha dato una dimostrazione semplice e concisa di come il vero Satoshi si sarebbe dovuto autenticare. Non abbiamo bisogno di colloqui privati, laptop nuovi di fabbrica e screenshot di script. Nei primi blocchi, i genesis blocks, rimangono registatrate un numero sufficiente di chiavi pubbliche appartenenti al creatore della blockchain. Chiunque dichiari di essere Satoshi deve poter firmare un messaggio utilizzando una di quelle chiavi. Questo è quello che il creatore dei Litecoin mostra in 4 righe. Ogni altra prova è discutibile e non necessaria.

EDIT 22:12

Su Twitter il profilo ufficiale di Electrum scrive:

Note: There was no download of a signature file of electrum (.asc file) from a UK IP on Apr 7th.

Questo significa che il 7 Aprile, quando Wright ha mostrato a Gavin le sue chiavi utilizzando Electrum, nessuna delle due parti si è preoccupata di verificare che il client fosse autentico. Questo invalida ulteriormente tutte le affermazioni di Gavin.

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