56 secondi di celebrita`

Dura 56 secondi il video di Vester Lee Flanagan che testimonia l’omicidio in prima persona di due giornalisti in Virginia durante un live broadcast televisivo. Durante l’inseguimento nel quale si e` tolto la vita Flanagan ha caricato su Twitter e Facebook il video dell’uccisione in prima persona.

Twitter e Facebook hanno tempestivamente censurato il video e rimosso l’account dell’omicida ed alcune emittenti televisive (come SkyTg24) hanno scelto allo stesso modo di non pubblicare il video in diretta.

To publish or not to publish?

E` quindi una decisione giusta quella di non pubblicare il video?

Steve Buttry sul suo blog si esprime in questo modo:

1) Someone who attacks during a live telecast is seeking attention. Obviously you need to report the attack, but I would not broadcast the attack or make it available online.

[…]

4) I see no ethical justification for publishing videos shot by the killer. That is the ultimate in attention-seeking behavior.

5) You can report the mental health issues, gun access issues and other issues that a story presents without publicizing or profiling the killer.

6) My focus would be on the people who were killed or injured. They warrant media attention, not the person who was seeking it.

1)Una persona che attacca durante una trasmissione in diretta e` alla ricerca di attenzione. Naturalmente si deve rendere noto l’atto, ma io non lo trasmetterei ne lo pubblicherei online.

[…]

4) Non vedo giustificazioni etiche per pubblicare il video: e` l’esempio piu` eclatante di ricerca di attenzioni.

5) Puoi discutere sui problemi mentali, la questione relativa al facile accesso alle armi e tutti gli altri problemi di questa storia senza mostrare o pubblicizzare il killer.

6) Io mi concentrerei sulle persone ferite o uccise. Loro meritano l’attenzione dei media, non la persona che la cercava.

Famoso in un istante

E` ovvio che Flanagan stesse cercando i suoi 15 minuti di fama con questo atto, ma a mio parere non ci sarebbe riuscito se non sfruttando nuovi strumenti quali lo smartphone e i social network. Molto difficilmente sarebbe riuscito 20 anni fa utilizzando i media tradizionali a filmarsi in prima persona in una situazione del genere e a rendere cosi` tante persone testimoni del suo gesto.

Per questo non mi trovo d’accordo con Steve Buttry che afferma che il video non andrebbe reso disponibile online. i nuovi media hanno un ruolo diverso nella condivisione dei contenuti e soprattutto nel mantenimento della memoria storica. Un video del genere non aggiunge alcun valore investigativo o giornalistico al caso ma puo` ritenersi utile per analisi differenti, in primis psicologiche, ed ha sicuramente un valore storico (da quanto conosco e` il primo video in prima persona di un omicidio con queste dinamiche).

Lo specchio nero

Chi come me e` un grande fan della serie TV Black Mirror avra` sicuramente ricordato il primo episodio della serie: National Anthem.

Questo episodio e` un’analisi sottile e dettagliata della natura umana, che di fronte ad eventi che suscitano un cosi` grande clamore sospendono ogni giudizio morale e dimenticano il motivo per cui si trovano a guardare cio` che hanno di fronte.

Allo stesso modo trovo miserevole poter assistere a giornalisti ed emittenti televisive che per attirare spettatori nelle proprie reti mostrano il video integrale.

Come in National Anthem chi ha perpetrato il crimine non ci ha costretto ad essere complici del suo gesto.

Francesco Mecca

Source